LA TRAMA “Signore, perdonalo perché non sa quello che fa!”. Parafrasando il buon Cristo in croce, nel momento della sua massima agonia fisica e spirituale, sarebbe forse questa la più idonea preghiera d’intercessione a favore di quell’autentico teppista cinematografico di Ryan Bellgardt – esatto gente, proprio lui, quello dietro al delirante Army of Frankenstein (2013) e al mediocrissimo Gremlin (2017) –, colpevole più che mai di aver anche solo concepito, ancor prima che realizzato, un obbrobrio del calibro di The Jurassic Games , penoso action/monster/sci-fi/VR (e se qualcuno vuole aggiungere qualcosa, si faccia pure avanti!) movie talmente al di sotto del comune senso del pudore filmico da lasciare letteralmente senza parole. Togliamoci dunque subito di torno la più che imbarazzante trama, al fine di poter opportunamente demolire, com’è giusto che sia, questa ingiuriosa baracconata a ventiquattro fotogrammi al secondo. In un futuro non troppo lontano, nel quale il sist